giovedì 25 febbraio 2010

L'EFFIMERO E' ETERNO



Oggi Goghi&Goghi (Mara&Ila) hanno deciso di avere un contatto ravvicinato con lo spazio bianco contaminandolo attraverso la resa ad opera espositiva di oggetti già presenti sul luogo, scelti casualmente, e di documentarne l'esposizione.
Ciò non ha nulla a che vedere con quello che sarà il risultato finale (credo), ma ha molto a che vedere con il farsi del processo, dato che grazie alle prime due opere sono sorte domande spontanee, interrogativi complessi. L'opera d'arte diventa tale solo se viene fruita? Lo spazio vuoto è davvero vuoto? Quali e quante sono le limitazione di uno spazio che si propone come neutro, ma neutro non è? Com'è possibile adattarsi ad esso senza adattarsi?

1 commento:

  1. ARTE EFFIMERA, ETERNITÀ DELLE TORINE DI FANGO.

    "questo è un romanzo e anche, se vogliamo, una burlesca autobiografia. non va preso come storia seria, responsabile, dell'espressionismo astratto, quella scuola di pittura che fu il primo importante movimento artistico a nascere negli stati uniti d'america, di niente è storia, se non delle mie reazioni idiosincratiche a questo e a quello.
    rabo karabekian non è mai esistito, nè mai vissero terry kitchen e circe bauman, paul slazinger o dan gregory, edith taft, marilee kemp o qualcun altro dei personaggi principali di questo libro. quanto alle persone reali e famose di cui tratto, non faccio far loro alcunchè che non fecero in realtà, se messe al cimento su questo terreno.
    vorrei anche far notare che gran parte di ciò che dico in questo libro fu ispirato dalle cifre grottesche pagate, in quest'ultimo secolo, per le opere d'arte. tremende concentrazioni di ricchezza cartacea hanno fatto sì che poche persone o istituti potessero attribuire a certe forme di umana giocosità una sproporzionata, inadeguata e quindi angosciante serietà d'intenti.
    penso non solo alle tortine di terra dell'arte infantile, ma anche ai giochi dei bambini: rincorrersi, nascondere, saltare, far la lotta.
    O BALLARE.
    O CANTARE CANZONI"

    KURT VONNEGUT
    BARBABLU'
    (introduzione)

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